a L.O.
Adesso che rivoglio una mia maschera
per figurare ancora tra gli umani
più non mi raccapezzo nel bailamme
di lustrini e pagliette, mezze tube,
bautte malinconiche, tricorni;
non mi ritrovo più nel volto
precario ed insolente che lo specchio
quasi a dispetto indietro mi ributta
che mi stringe la gola. Vedi? Resto
nonostante i trascorsi un debuttante.
Sì, che vorrei di nuovo per un atto
soltanto il Socrate benigno
essere e inconcludente, il Don Giovanni
che una smorfia del fato fa fallire,
ma con poco riscatta
il suo insuccesso, che vorrei di nuovo
in una sera in più giocarmi tutto :
l’applauso, il fiasco, i colpi
di teatro e di altro! Ma chi sono
adesso che rivesto una mia essenza
e nessuna parvenza
più mi si attaglia e che lo so? Lo stesso
busso e ribusso a tutti i camerini
in cerca di una doppia identità.