[011] Esercizi

My strange relationship
Can’t live with you, can’t live without you
What it’s all about? Do you know?
—Prince

È stato l’altra sera che per caso
appena il mio telefono è squillato

(vi ho scorto già il tuo nome)
in quell’infinitesimo intervallo

(affatto impercettibile,

ma pure che esiste davvero)
nel solco fra il silenzio e la parola

(prima di dire Pronto?)

è scaturito un pensiero stupendo

(ed insieme terribile)
mai pensato finora, spaventoso.
Da solo si è insinuato
di soppiatto fin dentro l’interstizio
fra il piano del sensibile e l’eterno
(e mi ha colto del tutto
impreparato; anche indifeso, forse):
prima come un rigagnolo,
ma, poi, cascata dal fragore assurdo
nell’altro dei mondi là dove
il secolo è solo un secondo
e un attimo dura per anni.

È là che mi ha investita tutta quanta
di me la parte che con te è restata
lacerata d’addii
(per sempre? Chi lo sa?)
come un gorgo imponente, un vorticoso
rovescio di tornado, un turbinio
di cose fatte insieme, di pazzie
felici e imprevedibili (sbatacchia
la procella qua e là
le liti nel métro a Parigi, le piscine
Martianez ed il Pico
del Teide a Tenerife,
le domeniche sera,
il giro dei Comuni di Romagna,
le chiacchiere infinite sul cancello,
il maraffone al mare tutti i giorni
sul lettino a tre piazze):
le ho viste volteggiare tutte quante
come in un girotondo di sberleffi
fantastici e ridenti, appesi a quell’immobile
vortice come quadri
di una nostra privata galleria
gettata all’aria dagli eventi. Sì:
così per un millesimo
della parte millesima di un lampo
segreto di malinconia
ho pensato che, forse, dopo tutto
che, forse, chissà, (perché no?)
la donna saresti potuta
essere stata tu della mia vita,
ma, poi, subito dopo —
come se niente fosse — ho detto: Pronto?

 

11 novembre 2022-1 aprile 2023

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