[107] Dissonetti

«Quelle assurde promesse che non sai
mai mantenere» mi dicevi «e i giorni
che butti al vento, l’estro giramondo,
i discorsi scoscesi (ormai frastorni

 

nessuno con certezze che non hai)
su cui ti arrampichi al domani suonano
tante campane e crepi dal profondo
scontento a cui soccombi. Tuonano

 

per te gli squilli mai rocambolesca
di una resa?» «Ma i cinque piani, il fiume
sornione di battelli e ponti e tresca

 

delle piscine galleggianti?» – penso.
(Il gioco è troppo breve e spento il lume,
l’edificio dei cuori è un Ade immenso).

 

[115] Dissonetti

E «Le piacciono i viaggi?» mi informavo
con mia sorella di una sua cliente
eleggibile a donna della vita
e «Che pensa dei versi e dei romanzi?

Esce spesso la sera coi suoi ganzi
al cinema, a teatro? Come schiavo
tratta il suo uomo e, se la invita,
vuole rose e biglietti oppure sente

qualcosa dentro e gli apre lo sportello
quando partono insieme?» «Non so dirti
tutti i dettagli,» mi previene d’irti

presentimenti «ma nel suo fardello
c’è del pianto, c’è un sogno e molta gente,
molte guerre e conforti.» «È sufficiente.»