[011] Esercizi

My strange relationship
Can’t live with you, can’t live without you
What it’s all about? Do you know?
—Prince

È stato l’altra sera che per caso
appena il mio telefono è squillato

(vi ho scorto già il tuo nome)
in quell’infinitesimo intervallo

(affatto impercettibile,

ma pure che esiste davvero)
nel solco fra il silenzio e la parola

(prima di dire Pronto?)

è scaturito un pensiero stupendo

(ed insieme terribile)
mai pensato finora, spaventoso.
Da solo si è insinuato
di soppiatto fin dentro l’interstizio
fra il piano del sensibile e l’eterno
(e mi ha colto del tutto
impreparato; anche indifeso, forse):
prima come un rigagnolo,
ma, poi, cascata dal fragore assurdo
nell’altro dei mondi là dove
il secolo è solo un secondo
e un attimo dura per anni.

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[004] Esercizi

«Che più ti resta disse il poeta Monti
e in effetti restava poco o nulla
e non quello che conta»
—Eugenio Montale

Anno Nuovo, patrono
pro tempore, Felice,
divinità minore di un Olimpo
già minimale (quasi un sottobosco
malvivente di bolidi divini,
effimeri asteroidi, un po’ comete,
meteore dissolte
già prima di toccare l’atmosfera)
portati via, passando
(ché come tutti gli altri — grazie al Cielo! —
anche tu passerai),
la pandemia — ti prego! —
l’epidemia — magari! — ;
portati via i decreti,
le decretali e l’immunologia
ma ancora più l’ideologia, le idee
assai poco platoniche, farlocche,
portati via gli immuni
al comprendonio, al sentimento
la meritocrazia coi meritocrati,
tronfi tutti e frollati e senza merito
alcuno se non quello
di essere al posto giusto nel momento
giusto, portati via i mafiosi,
le rotazioni, gli avvicendamenti,
le regole dell’anticorruzione
tanto care a corrotti e corruttori,
i peculati con gli abigeati,
le concussioni, i percussori, tutte
le nocenti evasioni,
gli invasori barbarici, i fardelli
del futuro con tutte le quartine
di Nostradamus, i troppi previsori
che prevedono quello che si vede,
porta via i dadi e quelli che li traggono,
gli inquisitori, i negromanti,
le profetesse di sventura, i re
fannulloni con le regine maghe,
portati via quei troppi
giorni di noia, i buchi
nella materia grigia, sbuffi
di mongolfiere buffe che al poeta
fecero, infine, dire:
(guardando in aria)
Che più ti resta?

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[002] Esercizi

Ho visto troppi film, troppi episodi
delle serie in TV: non potrei proprio
di nuovo appassionarmi.

Troppi libri
da solo in treno ho letto sulla tratta
fra Rimini e Cesena tutti i giorni
oppure in autobus, sul cesso, in viaggio
fino a Roma in corriera; troppi versi
ho scandito sul tavolo di fòrmica
in cucina, sul tavolo di tek
tamburellando con le dita in sala,
sul tavolo di marmo a Montescudo Continua a leggere

[003] Esercizi

«Che più ti resta disse il poeta Monti
e in effetti restava poco o nulla
e non quello che conta
—Eugenio Montale

E adesso dove sono, semmai sono
da qualche parte, dove
sono state riposte
tutte le buone cose di una volta?
In quale sgabuzzino della mente
è stato relegato dall’oblio
il dragone cinese
(che sì mi aveva fatto tanto ridere!)
strapazzato qua e là di Ma papà,
ti manda sola?
, gli aquiloni crespi Continua a leggere